La Legge di Bilancio 2025, con la riforma fiscale 2025, impone la tassazione delle differenza su cambi anche se non realizzate, in nome di una pseudo semplificazione!

E poi semplificazione per chi? Agenzia delle Entrate, Commercialista o Contribuente / Imprenditore???

La differenza di cambio da valutazione, che può essere un utile oppure una perdita, si genera a livello contabile (quindi in bilancio) quando tra il valore di carico iniziale di un credito o un debito espresso in origine in valuta diversa dall'euro, e l’importo del credito o debito convertito al il tasso di cambio alla data di chiusura dell’esercizio, c'è una differenza.

Ad esempio, se la società XXX riceve una fattura in Dollari USA al 15.12 per 100.000 $, tasso di cambio EUR/$ 1,10, il debito sarà iscritto a 90.909 EUR.

Se al 31.12 il tasso di cambio è 1,10, il debito dovrà essere iscritto in bilancio a 995.238

Riprendendo l'esempio di prima, avremo una differenza cambi, positiva, di 4.329 EUR.

Fino al 31.12.2023 questo utile su cambi da valutazione, quindi non realizzato (perché il debito non è stato ancora pagato), non era tassato.

L'abgorazione del comma 3 dell'art. 110 del TUIR rende invece immediatamente rilevanti ai fini fiscali (quindi utili tassabili e perdite deducibili) anche se non effettivamente realizzate

In teoria questa modifca è stata fatta in ottica di semplificazione. Ma per chi?

Forse per il commercialista che non dovrà più rilevare la fiscalità differita in bilancio e non dovrà più effettuare alcune riprese fiscale per il contribuente.

Per le imprese potrebbe invece rivelarsi pericolosa per la liquidità.

Le imprese potrebbero infatti trovarsi nella posizione di dover pagare imposte su utili (quindi su denari) non effettivamente realizzati e su importi non ancora incassati.

• Semplificazione contabile: l'eliminazione parziale del dobbio binario potrebbe semplificare la prassi contabile.

• Liquidità aziendale: la tassazione immediata di utili non realizzati potrebbe nuocere alle risorse finanziarie.

• Rilevanza delle perdite su cambi: la deducibilità delle perdite su cambi non realizzate potrebbe compensare, almeno in parte, l’onere fiscale, ma dipende dal caso concreto.

Sebbene la riforma garantisca la rilevanza fiscale anche per le perdite su cambi, l’impatto reale dipenderà dalla situazione specifica di ciascuna impresa.

Per le aziende con frequenti operazioni in valuta estera, il nuovo regime potrebbe aumentare la volatilità fiscale, rendendo necessaria una gestione più attenta delle risorse e delle strategie di pianificazione.

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